Prossimo incontro previsto giovedì 29 Febbraio 2024 ore 17.00

Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Dieci minuti per fare una cosa nuova, mai fatta prima. Dieci minuti fuori dai soliti schemi. Per smettere di avere paura. E tornare a vivere. Tutto quello con cui Chiara era abituata a identificare la sua vita non esiste più. Perché, a volte, capita. Capita che il tuo compagno di sempre ti abbandoni. Che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto. Che il tuo lavoro venga affidato a un altro. Che cosa si fa, allora? Rudolf Steiner non ha dubbi: si gioca. Chiara non ha niente da perdere, e ci prova. Per un mese intero, ogni giorno, per almeno dieci minuti, decide di fare una cosa nuova, mai fatta prima. Lei che è incapace anche solo di avvicinarsi ai fornelli, cucina dei pancake, cammina di spalle per la città, balla l'hip-hop, ascolta i problemi di sua madre, consegna il cellulare a uno sconosciuto. Di dieci minuti in dieci minuti, arriva così ad accogliere realtà che non avrebbe mai immaginato e che la porteranno a scelte sorprendenti. Da cui ricominciare. Chiara Gamberale racconta quanto il cambiamento sia spaventoso, ma necessario. E dimostra come, un minuto per volta, sia possibile tornare a vivere.

Prossimo Incontro previsto giovedì 25 gennaio 2024 ore 17.00

Un mercoledì di metà giugno del 1923 Clarissa Dalloway, moglie di un deputato conservatore alla Camera dei Lords, esce per comprare dei fiori per la festa che la sera riunirà nella sua casa una variopinta galleria di personaggi. Tra gli altri: Peter Walsh, l'amante respinto, appena tornato dall'India, e l'amica tanto amata, più di ogni uomo, Sally Seton. Per le strade di Londra passeggia anche Septimus Warren Smith, il deuteragonista del romanzo. Nulla sembra legare i due, se non la città di Londra. Clarissa ha cinquant'anni, è ricca. Septimus ne ha appena trenta, è povero e traumatizzato dall'esperienza feroce e violenta della guerra, in cui ha perduto non solo l'amico Evans, ma ogni pace. Eppure i due, senza mai incontrarsi, semplicemente sfiorando gli stessi luoghi, comunicano. Con sapienza straordinaria Virginia Woolf, giunta con questo al suo quarto romanzo, tesse il filo sottile di corrispondenze, echi, emozioni che creano un'opera di grande intensità. Dove un uomo e una donna sconosciuti l'uno all'altra sono accomunati dallo stesso amore e terrore della vita, che li porterà, nell'accettazione (femminile) o nel rifiuto (maschile), ad affermarne comunque l'inestimabile valore.

 

Prossimo incontro previsto giovedì 21 dicembre 2023 alle ore 17.00

Ne parleremo con Antonio Martino mercoledì 6 dicembre ore 17,30

(ingresso libero fino ad esaurimento posti)

Dalle guerre dell’oppio al fentanyl: La vendetta del Dragone?

 Uno dei temi trattati nel recente incontro Biden e Xi Jinping di San Francisco, è stato il fentanyl, una droga sintetica che ha provocato in 3 anni oltre 200.000 morti negli USA; 4 volte le vittime della guerra del Vietnam. Il Presidente USA ha chiesto al collega cinese di tenere sotto controllo le sostanze basiche che vengono prodotte in Cina, e che le mafie messicane usano per produrre droga con guadagni enormi. Qualcuno ha parlato di vendetta per le guerre dell’oppio. Alla metà dell’800 la Gran Bretagna impose all’impero cinese di importare enormi quantità di oppio per equilibrare la bilancia commerciale cino - inglese. Sono cose molto diverse; la Gran Bretagna usò le cannoniere per imporre tale politica, la Cina, per il momento, non minaccia nessuno. Uguale però, o almeno simile è il risultato. Allora centinaia di migliaia di cinesi, come oggi di americani, morirono o vissero una vita da zombi. Non a caso per i cinesi, le guerre dell’oppio sono una svolta cruciale nella loro storia. L’inizio del “secolo delle umiliazioni” che videro la regina Vittoria diventare il più grande pusher della storia a capo di uno stato che, ufficialmente, e con la forza delle armi ha favorito la diffusione di una droga letale.

Julia Lowell, una studiosa inglese ha scritto un corposo e documentato testo sul tema: “La guerra dell’oppio e la nascita della Cina moderna”. L’autrice va al di là dei luoghi comuni ed in 400 pagine analizza i vari aspetti della complessa questione che vide la prima guerra tra un paese europeo e il millenario impero cinese.

Per una più completa comprensione dei problemi in ballo, interessante è questo breve, ma intenso saggio. Scritto nel 1977, in francese, dalla commissione del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese che si occupava delle relazioni con il resto del mondo, ci aiuta a capire quale era la lettura della guerra dell’oppio, nell’ambito della ortodossia del MAOZEDONG pensiero.