Prossimo incontro previsto per giovedì 23 giugno alle ore 18.00
“Paradiso" è la storia di Yusuf che, a dodici anni, viene dato in pegno dal padre, un locandiere pieno di debiti, a zio Aziz, un ricco mercante. Nel fermento della città, tra swahili, musulmani d'Africa, colonizzatori tedeschi, camionisti sikh, Yusuf ha il suo rifugio nel giardino paradisiaco al centro della casa. È la storia dell'amicizia con Khalil, poco più grande di Yusuf, anche lui comprato da zio Aziz. È anche la storia dell'amicizia interrotta tra i due ragazzi, quando zio Aziz chiede a Yusuf di accompagnarlo in un viaggio d'affari nell'entroterra. È la storia della scoperta dell'amore di Yusuf, cresciuto, bellissimo, nella casa in cui viene educato. E diventa una lezione su come gli amori, soprattutto quelli proibiti, finiscono all'improvviso. È la storia del sultano Chatu che, nella città di Marungu, fa prigioniero Yusuf e i suoi, e li priva di ogni avere. Ma la prima guerra mondiale è alle porte, gli eserciti europei stanno conquistando il continente, e inizierà tutta un'altra storia per l'Africa, per le sue genti, per Yusuf. Un romanzo d'avventura, di formazione, di scoperta, che racconta un mondo alle soglie della sua definitiva trasformazione, dove si intrecciano favole, leggende, cruda realtà, poesia, amore.
Maurizio Ferrara, nato nel 1950 ad Alvito (Frosinone), dopo vari mestieri e diversi traslochi (Perugia, Stoccarda, Roma, Amsterdam) e dopo un lungo soggiorno in America Latina, vive ormai da alcuni decenni a Parigi, ed è uno dei maggiori traduttori letterari dal francese.
Ha pubblicato i romanzi LA SCALA PER IL CIELO (Passigli, 2000, finalista al premio Giuseppe Berto) e PASSIONE 1820 (Sironi, 2009 )nonché la raccolta di racconti SETTEMBRE E’ IL MESE DEGLI URAGANI (Mavida , 2011 ).
Le sue ultime traduzioni sono: L’Uccello blu di IAN MANOOK (Fazi, 2022) I Salotti di Parigi di Marcel Proust (Passigli, 2022); in uscita Giochi Proibiti di FRANCOIS BOYER (Adelphi).
Prossimo incontro previsto giovedì 26 maggio ore 18.00
"La lettura di queste pagine offre l'incontro con i concetti più alti della spiritualità attraverso storielle ed aneddoti, a volte autentiche barzellette. Il volume è quindi un libro di spiritualità, ma pensato e scritto in modo da essere per tutti, persone colte e meno colte, giovani ed adulti, credenti e non.."
“LE PRIME ELEZIONE COMUNALI DI FROSINONE ITALIANA - (13 NOVEMBRE 1870)”
Il 13 settembre del 1870, a mezzogiorno, il generale Diego Angioletti, comandante delle truppe italiane entrate a Frosinone dopo aver risalito l’attuale Viale Napoli, stabili il suo quartiere generale nel Palazzo della Delegazione Apostolica (attuale Prefettura) da dove, la sera precedente, era partito, in tutta fretta, in direzione di Roma il delegato pontificio monsignor Pietro Lasagni. Una settimana dopo, il 20 settembre, l’esercito italiano, dopo aver accerchiato Roma e aperta a cannonate una breccia a Porta Pia, entrava nella città eterna ponendo così fine al secolare potere temporale dei Papi.
Prossimo incontro per tutti i lettori interessati previsto per giovedì 28 aprile alle ore 17.30
“Per molti lettori di questi ultimi decenni L'Aleph è il libro dove scoprirono non solo un nuovo grande scrittore, ma un nuovo modo di essere della letteratura. Fu una specie di folgorazione, che poi si trasmise a tutta l'opera di Borges. Intanto, i titoli di alcuni di questi racconti (da Lo Zahir a Deutsches Requiem, da La ricerca di Averroè a L'immortale) entravano nella geografia mentale dei lettori come luoghi da sempre familiari e misteriosi."
Le rievocazioni storiche sulla Frosinone di cento anni fa (La Città nel 1922) pubblicate nelle scorse settimane sembrano essere state apprezzate dai numerosi lettori. Da molti di essi viene l’invito a trattare altri aspetti della vita cittadina con riferimento, in particolare, agli anni della fine dell’800 e degli inizi del ‘900. Pertanto verrà affrontato, a partire da oggi, un tema purtroppo ancora di estrema attualità, ovvero la diffusione in città di epidemie di vario genere che hanno angustiato i frusinati del passato così come quelli di oggi, da oltre due anni soffrono per il “Covid 19”.
Il nostro territorio è stato investito da tutte le malattie infettive a carattere epidemico diffuse in Italia, e in particolare nella vicina Roma, nel corso dei secoli: a partire da quelle dell’epoca romana e dell’alto medioevo. Particolarmente terribile fu poi la peste del 1300 che sterminò la quasi totalità della popolazione frusinate.
Epidemie di tifo e di colera colpiranno, poi, ripetutamente Frosinone nei secoli successivi fino alla metà del 1800 quando Frosinone era ancora un piccolo centro di nemmeno 10.000 abitanti arroccato sul dorso di un colle con ampia vista sulla Valle del Sacco. Nella seconda metà di quel secolo l’abitato urbano era quasi del tutto racchiuso all’interno dell’antica cinta muraria della “cittadella” medievale, così come era stato più volte ricostruito dopo le numerose devastazioni subite da armate tedesche e spagnole nel corso del XVI secolo e francesi alla fine del ‘700. All’interno di quel ristretto perimetro, sui resti di quelle antiche mura, si innalzavano costruzioni anche di più piani addossate le una alle altre su piazzette e vicoli stretti e tortuosi: quella conformazione solo in parte era dovuta allo scarso spazio a disposizione ma, anche, alle pressanti esigenze di protezioni e di difesa di una città frequentemente assediata e attaccata dalle soldatesche di turno.
In quel contesto le drammatiche condizioni igieniche della città soprattutto per la mancanza di acqua corrente erano permanenti ed esponevano i frusinati a ripetuti pericoli per la propria salute. Come era avvenuto, per esempio, nel 1867quando si diffuse, in tutta Italia, il colera che a Frosinone fu favorito dalle acque del Cosa inquinate dagli scarichi delle cartiere di Guarcino e dei numerosi mulini sul fiume a monte di Frosinone. Il problema dell’acqua sembrò essere risolto dalla decisione del papa Pio IX di dotare Frosinone, alla fine del 1869, di una “Macchina” per portare nel centro abitato l’acqua captata da alcune sorgenti in contrada De Matthaeis, nei pressi della Mola Nuova. In realtà i continui blocchi nel funzionamento della “Macchina della Fontana” e la mancata realizzazione di un adeguato sistema di fognature continuarono, per diversi decenni, a mantenere nel centro urbano tutte le condizioni favorevoli al verificarsi di ricorrenti epidemie con alti tassi di mortalità infantile...[segue nella sezione INVITI ALLA LETTURA]
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